ALLE ROVINE DI COSPITA - DA AGEROLA A POGEROLA

 

SCHEDA TECNICA

Localita'
di partenza
AGEROLA (fraz. S.LAZZARO) (M.670)
Localita'
di arrivo
POGEROLA (fraz. di AMALFI) (M. 370)
Caratteristiche
Ambientali
Vedute lungo la costa – panorami spettacolari. Natura, storia e cultura.
Difficolta'
"E" Escursionistica
Dislivelli
300 ↓-
Sviluppo
7 KM andata
Tempi di
percorrenza
4/5 ore andata (comprese soste per fotografare)
Periodi
consigliati
Sempre eccezion fatta con la pioggia

L’itinerario parte dalla frazione S.Lazzaro di Agerola in provincia di napoli. Dopo aver raggiunto quota sulle pendici meridionali del Monte Murillo andremo lungo costa per panorami spettacolari. Poi ridiscenderemo verso le rovine di Cospita (da cuspide, punta rocciosa sulla quale le rovine sono situate). Ripresa leggermente quota si procederà sempre lungo costa fino all'acqua dell'orto e poi Monte Raro. Qui la vista spazierà a 360 gradi con panorami su Amalfi di rara e unica bellezza. Una tortuosa e singolare discesa attraverso gradoni incavati nella roccia ci porterà poi alla piccola chiesetta di S.Maria dei Fuondi che sovrasta Pogerola. Una ulteriore scalinata in poco più di mezz'ora ci condurrà a Pogerola dove terminerà il nostro spettacolare trekking e ci accoglierà nella sua trattoria Gerry.......

Isolato su una rupe del versante meridionale del monte Murillo, a 630 metri di altezza, resiste da secoli il convento di San Francesco. Il sito, chiamato Cospita (o Cospiti) per il fatto che occupa la sommità (cuspide) di una roccia, possiede un’elevatissima valenza storica, paesaggistica e ambientale. I ruderi attuali, immersi nel verde di una natura intonsa, occupano il piano sommitale di questa roccia e dominano il Vallone Nocito, che separa gli abitati di Conca dei Marini e Vettica di Amalfi, e i terrazzamenti che scendono giù fin quasi sul mare. Affacciati da una tale terrazza naturale la vista spazia dalla costiera amalfitana fino alla Piana del Sele, le alture del Cilento e Punta Licosa.

Il convento, eretto probabilmente attorno all’XI secolo accanto alla preesistente chiesa del Salvatore, venne successivamente dato in affidamento all’Ordine Mendicante dei Francescani. Esso comprendeva anche una piccola costruzione in pietra addossata alla parete della montagna, forse una piccola cappella, e una grotta (parzialmente chiusa da un muro in pietra) posta sempre lungo la stessa parete ma molto in alto rispetto al terreno, probabilmente destinata all’eremitaggio. Tutto intorno poi, e in particolare in basso lungo il ripido pendio della montagna, erano presenti terrazzamenti, ormai abbandonati, che garantivano il quotidiano sostentamento dei frati.