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AL GUERRIERO ANTECE |
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Partendo da S.Angelo a Fasanella piccolo paese di reminescenze feudali posto in un contesto tra i più pastorali del Parco Nazionale del Cilento, ci incammineremo lungo un sentiero poco fuori del paese sulla strada proveniente da Ottati, che pian piano si inerpica tra le propagini degradanti sud-orientali del massiccio dei Monti Alburni. Luoghi di particolare suggestione che richiamano alla mente il concetto di transumanza nonché l’attività silvo-pastorale ancora abbastanza attiva in queste zone (sarà probabilmente facile durante il percorso incontrare vaccari e pastori intenti alla cura dei loro animali). Il nostro obiettivo è la Costa Palomba per la visita dell’area particolarmente panoramica che ospita la misteriosa figura del GUERRIERO DELL’ANTECE. Il percorso segue inizialmente alcune staccionate di legno recentemente sistemate dalla comunità montana “riprendendo” un’antico tracciato con gradoni e pietre ben sistemate. Poi guadagnato qualche centinaio di metri di dislivello si sbuca su ampi pianori che testimoniano la particolare adeguatezza dei luoghi alla pastorizia. Il paesaggio si apre quindi ad una notevole vista che rileva la asperità dei luoghi nonché la notevole distanza dalle principale arterie di comunicazione (Vallo di Diano a nord e Valle del Calore a sud). Lungo il percorso si nota un inghiottitoio: una delle frequenti caratteristiche (pericolose ma in questo caso ben delimitata da una staccionata) di questi luoghi. Di qui il nostro percorso prosegue per un aggiramento della Costa Palomba fino ad introdurci in uno dei cd. vuccoli (nel dialetto cilentano praticamente un passaggio molto stretto con il quale si accede a pianori sommitali del massiccio degli Alburni) il cui tratto finale ci condurrà praticamente al nostro obiettivo. La costa Palomba con i suoi 1125 metri costituisce un luogo panoramico che sembra essere particolarmente adatto ad ospitare il guerriero Antece: scolpito in un grande mole di roccia ed in una posizione che sembra voler in qualche modo riferirsi alle vallate prospicienti in un atteggiamento di difesa o sfida (fate voi quando sarete sul luogo). Di dubbia origine storica questa statua-stele viene comunemente datata dagli storici in un periodo che và dal IV al V secolo A.C. La sua natura ha due fondamentali interpretazioni: la prima legata al concetto di divinità considerando la interpretazione di alcuni storici nel definire l’area prospiciente come un’ara sacrificale di cultura pagana; per altri un cenotàfio ovvero un monumento sepolcrale vuoto rappresentativo di un guerriero defunto eroicizzato. Il luogo, con la vista degli ampi panorami, senza voler avere nessun atteggiamento profanizzante, si presta al sorseggio di un buon bicchiere di vino ed al consumo degli ottimi prodotti dell’economia pastorale del luogo. |
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SCHEDA TECNICA
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