LA VALLE DELL'AUSO

Il percorso parte dall’abitato di Bellosguardo, paese posto in posizione centrale e particolarmente panoramica nel Parco Nazionale del Cilento e Vallo di Diano. La sua denominazione infatti deriva proprio dal luogo che, posto su un promontorio collinoso domina le valli sottostanti dei fiumi Calore ed Auso. La vista spazia poi ulteriormente sulla lunga catena dei Monti Alburni verso nord, la piana del fiume Sele verso ovest fino, nei giorni di particolare luce, ad intravedere la costa amalfitana e Capri. Nella parte sottostante verso nord, partono alcune sterrate che menano tra campi coltivati di ulivi e vigneti, tradizionalmente frequentate dai contadini locali per recarsi al lavoro quotidiano. La vallata appare dopo alcune diramazioni come un lungo ed interminabile sterrato che si districa tra dolci pendii caratteristici del territorio cilentano. Il paesaggio tipicamente rurale con campi ordinatamente coltivati si alterna a macchie di vegetazione arbustiva di natura più selvaggia fino al fiume dove la vegetazione arbustiva si confonde con quella tipicamente fluviale. Lungo il percorso alcune masserie in parte abbandonate testimoniano di luoghi solo in parte curati ma anche il fascino di una cultura rurale anche se approssimativa, genuina e reale. Discesa dunque la valle con sullo sfondo di fronte la vista costante di S.Angelo a Fasanella, un paese quasi “incastrato” tra le propagini inferiori della mole rocciosa dei Monti Alburni si arriva all’area fluviale prospiciente la cd. “Risorgenza dell’Auso”. Il luogo si presenta come una sorta di simbiosi tipica del periodo di sviluppo della cd. archeologia indusriale che unisce l’opera della natura con l’opera umana; vi sono infatti un vecchio mulino che sfruttava per la produzione di energia elettrica la notevole forza motrice dell’acqua che sgorga impetuosa dalla omonima Grotta dell’Auso, oltre la presenza di uno dei tanti ponti in pietra di origine medievali costruiti con la tecnica della schiena d’asino. Dalla Risorgenza partono due percorsi, uno pedonale di notevole pendenza ed uno rotabile (percorribile con l’automobile) che risalgono presso l’abitato di S.Angelo a Fasanella. Il primo incuneandosi tra i primi sottostanti nuclei abitati di S. Angelo arriva ad una diramazione per la Grotta di S. Michele una interessantissima chiesa posta all’interno di una grotta dichiarata Patrimonio Unesco. Anche detta Grotta dell'Angelo in virtù della storia che ne ha caratterizzato la sua scoperta in epoca medievale, la grotta in età paleolitica era abitata, come dimostrano i ritrovamenti di arnesi ed utensili che i cacciatori musteriani utilizzavano per gli usi domestici e quotidiani. Nei secoli, dopo la sua scoperta avvenuta a ridosso dell'anno mille è stata più volte rimaneggiata, e certamente la grotta conserva ancora sedimenti e depositi sotto l'attuale pavimentazione e può essere spunto per interessanti campagne di scavo e di ricerca sulle popolazioni che nel paleolitico abitarono le nostre zone. Dopo l'era paleolitica la grotta venne abbandonata e la natura si occupò di occultarla nascondendola e confondendola in quella serie di piccole fessure rocciose caratteristiche dei costoni di questa parte dei monti Alburni. La storia ci racconta che il principe Manfredo prima dell'anno mille scoprì la grotta durante una battuta di caccia e fu proprio mentre seguiva il suo falcone lanciato all'inseguimento di una colomba che si imbattè in una piccola insenatura nella roccia. Giunse quindi nei pressi di quella che all'epoca era soltanto una piccola cavità alle pendici di un costone roccioso e, avvicinandosi, potè sentire dei riverberi sonori particolari che gli fecero subito pensare che dentro vi fosse qualcosa di più grande di una semplice cavità nella roccia. A questo punto il principe interruppe la battuta di caccia e pianificò una piccola spedizione per esplorare la cavità naturale appena scoperta; il giorno dopo si fece accompagnare dalla servitù facendosi aiutare a raggiungere il luogo e, dopo molte difficoltà, riuscì ad entrare calandosi nella grotta. Una volta all'interno rimase stupito dalle dimensioni enormi della cavità naturale, notò anche una specie di altare nelle rocce che presentava alle sue spalle una figura strana, come si trattasse di due ali. Questa forma che si scorgeva e il colore bianco della roccia diede al principe la sensazione di aver visto l'Arcangelo Gabriele. Dopo aver visitato la grotta qualche centinaio di metri in salita porta tra i caratteristici vicoli di Sant’Angelo a Fasanella e quindi sulla piazza principale.

SCHEDA TECNICA

Localita'
di partenza
Bellosguardo
Localita'
di arrivo
S.Angelo a Fasanella
Caratteristiche
Ambientali
Vigneti, uliveti, macchia mediterranea, vegetazione fluviale
Difficolta'
"E" Escursionistica
Dislivelli
+ 379 m↑ - 350 m↓
Sviluppo
6 km circa di sola andata
Tempi di
percorrenza
5/6 ore considerando la pausa per il picnic alla risorgenza Auso.
Periodi
consigliati
Primaverile ed autunnale