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ALLA GROTTA DI SAN MICHELE |
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Il culto dedicato a San Michele Arcangelo (in generale descritto come il culto micaelico in Italia) è molto sentito dalle popolazioni dei territori compresi tra la bassa Campania, la Lucania e l’alta Puglia, ciò è testimoniato dalla presenza di almeno 7 insediamenti a sud di Salerno, almeno uno sul Gargano e uno anche sui Monti Lattari, laddove fino al XIX sec. c’era un santuario giusto sulla vetta del Molare (dopo il crollo venne successivamente ricostruito in epoca moderna sul Faito).L’insediamento rupestre di Olevano sul Tusciano, sul monte Raione, è uno dei più interessanti per posizione, morfologia, dimensione e per lo stato di conservazione dei reperti archeologici rinvenuti, in particolare per i cicli di affreschi medievali. Il percorso abbastanza semplice prevede una prima ripida salita tra coltivazioni arboree tipiche del luogo: olivo, nocciolo, noce per passare poi al carpino bianco e quello nero man mano che la pendenza della salita aumenta, ed ancora si nota l'orniello, l'acero campestre ed il castagno, associati ad arbusti di olmo, ontano nero e napoletano ed al siliquastro detto anche albero di Giuda. La prima meta è il raggiungimento di un antico convento ristrutturato chiamato "la cella". Nei pressi di questa costruzione, la strada non è più percorribile con l'auto: si restringe e diventa mulattiera, abbastanza ripida, fino all'ingresso della grotta. Adesso si nota a gruppetti una pianta molto particolare: il pungitopo. Esso non supera i 60 cm. di altezza ma la tradizione lo vuole presente nelle nostre case nel periodo natalizio insieme al vischio e all'agrifoglio. Pochi sono gli arbusti, mirto e lentisco, molte le erbe basse, soprattutto cisto, erica multiflora e l'aromatica ruta. Molti i fiori, come la speronella e margheritine. Alle spalle verso la cima del monte, una pineta di pino d'Aleppo, mentre a valle invece c'è l'olivastro, il leccio, il terebinto. Da quassù il paesaggio è suggestivo. Non è insolito che gruppi di corvi imperiali volteggino sulle teste dei visitatori, che posano l'occhio sulla vallata del Tusciano, dalla pianura di Battipaglia in su fino all'acqua buona. Proprio di fronte si vede lo splendido castello e le fulgenti e scoscese ripe del Pappalondo. Tra i due serpeggia la strada che dalla località Cannabosto porta al Parco S. Michele e poi da una strada diversa alla grotta. Basta poco per raggiungere la prima dei tre ordini di mura dell'antico villaggio fortificato longobardo Castrum Olibani per poi raggiungere il castello vero e proprio al centro dei bastioni rocciosi. Si ammirano da questo punto tutti i 1200 metri di monte Raione. S'individueranno sulla parete rocciosa sul lato opposto della valle le imboccature della grotta dell'Angelo e le aperture della grotta di Nardantuono. Ma sarà la grotta di San Michele ed illuminarci con le sue meraviglie artistiche, religiose e naturalistiche che ivi si trovano. Si rimarrà stupefatti ed increduli di fronte alle pareti istoriate con affreschi. Anche la più meticolosa ed esauriente spiegazione è del tutto inadeguata alla conoscenza diretta dei dipinti. L’associazione si avvarrà in occasione del trekking del contributo di guide esperte che potranno descrivere “adeguatamente” le meraviglie artistiche poste nella grotta. L'antro conserva tutte le attrattive caratteristiche delle grotte: splendidi stalattiti e stalagmiti, composizioni di alabastro ed angoli, dove la fantasia individuale si diverte a dar forma ed immagini più o meno bizzarre. Dirigendosi sulla destra si può accedere all'antro della grotta di Nardantuono, attraverso un cunicolo. L’associazione propone scendendo per la strada che dirige verso Cannabosto la ridiscesa per l’area picnic del Parco S. Michele dove si organizzerà (giornata permettendo) un piacevole pranzo all’aperto. |
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SCHEDA TECNICA
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